mercoledì 6 febbraio 2013

Gli adulti e i videogames

Se si interpreta distrattamente la parola "gioco", quasi certamente la mente va ad attività infantili o al massimo adolescenziali. Non lo si può negare, nella prima fase della nostra vita il bisogno di divertimento e leggerezza si manifesta in maniera più marcata.Il meccanismo del gioco ha una valenza didattica: giocare, nelle sue varie forme, è un modo di fare piccole esperienze e confrontarsi con i propri amici, risultando quindi un processo fondamentale nella crescita di un individuo.
Ma siamo sicuri che tale bisogno si limiti ai soli primi anni della nostra giovinezza? Pensandoci un attimino più a fondo, si capisce facilmente che non abbandoniamo mai il nostro lato giocoso, semplicemente lo modifichiamo.
Alla leggerezza iniziale si preferisce qualcosa di più impegnativo. Ecco quindi che si inizia ad avvicinarsi ai sempreverdi giochi di carte, degli scacchi ed in ceri casi ai giochi di società più evoluti.

Tutto ciò si applica anche nel mondo del divertimento elettronico. Questo settore è estremamente eterogeneo e diversificato, arrivando ad offrire esperienze diverse su misura per tanti soggetti diversi.

In Italia il mondo dei videogames è ancora poco conosciuto e relegato con superficialità al mondo infantile di cui si parlava ad inizio articolo, un pò come capita per molti cartoni animati: anche se questi sono nati e pensati per un pubblico adulto (come nel caso di South Park, I Simpson o I Griffin, per citare i più noti), vengono spesso trattati come qualsiasi show per ragazzi.

Come spesso accade, la verità è ben diversa dal luogo comune ed addentrandosi un pò in questo settore è molto facile rimanere sorpresi da cosa ha da offrire, a prescindere di quale che sia la nostra età.

Il mio consiglio è quello di informarsi e verificare di persona, creandosi così la possibilità di venire a contatto con una cultura emergente che avrà, probabilmente, maggior rilievo nelle generazioni a venire.

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